L'essere umano per entrare in relazione con l'altro e il mondo esterno ad opera vari metodi comunicativi che nel corso degli anni, grazie anche all'avvento dei social, è molto cambiato rispetto ad un tempo. Anche i "tempi" di risposta e le aspettative nei confronti del feedback altrui.
In un mondo super connesso, tutto collegato, l'essere umano comunica davvero? E se si come?
Prima di provare a dare una risposta più o meno definitiva a questa domanda, che cosa si intende per comunicazione? La comunicazione è il mezzo che fa si che l'individuo entri in relazione con un altro o con più altri. Paolo D'Achille, nel suo libro L'italiano contemporaneo, sostiene che ciò avvenga attraverso 3 livelli di comunicazione: verbale, para-verbale e non-verbale; e attraverso il loro utilizzo simultaneo l'essere umano può creare il proprio modo di comunicare. Inoltre D'Achille sostiene anche che ci sono più linguaggi della comunicazione, come quello mimico, gestuale o prossemico, che permettono di accentuare ancora di più ciò che si vuole esprimere con le parole, sia in modo volontario che involontario.
L'involontarietà del linguaggio, qualsiasi esso sia, spesso porta a fraintendimenti o reazioni non aspettate nell'altro. Infatti, proprio per questo motivo, dagli anni '70 in poi ci sono stati numerosi studi sul linguaggio e sul modo di comunicare ed esprimersi dell'essere umano. Una delle metodologie più usate in molti campi lavorativi e terapeutici è la PNL. La PNL è la Programmazione Neuro-Linguistica, che attraverso lo studio dei neuroni, del linguaggio e del comportamento umano mira a modificarne le caratteristiche in modo che sia il più efficace possibile. Metodo molto usato soprattutto nel marketing e commercio, in modo da convincere le persone o far si che si arrivi ad un determinato obbiettivo.
Nonostante tutto, come è la comunicazione oggi? Negli ultimi anni infatti è cambiato il modo di comunicare tra gli individui. Oggi è tutto velocissimo, immediato. Viviamo sommersi dalle notifiche, i messaggi che mandiamo ricevono un immediato feedback e il flusso dei conversazioni è frenetico, quasi esasperante.
Ma com'era prima? Molto, molto più lenta. Pensa alle cartoline dei viaggi... ad esempio: quando si andava in vacanza da soli o con la propria famiglia, in passato si spedivano delle foto patinate dei luoghi visitati, con i propri saluti, ad amici e parenti. Queste, spedite via posta, arrivavano anche molto dopo la fine del viaggio! Potevano passare giorni, ma anche settimane: ed eccola lì, la cartolina, nella buca delle lettere. Strano, vero? Pensa adesso, invece, a quanto ci vuole per condividere qualche stories su Instagram dei tuoi viaggi o mandare le foto via Whatsapp ad amici e parenti!
Gli amici di penna sono persone che si scrivono regolarmente via posta tradizionale e che, per leggere una risposta, devono aspettare intere settimane. Nel caso specifico della corrispondenza tradizionale, gli amici sperimentavano l’assenza, l’ignoto, la lontananza: tutti sentimenti che la comunicazione attuale non ci permette di provare. Adesso, invece, tu quanto ci metti a scrivere un messaggio a un tuo amico su Whatsapp?
Rimaniamo nel presente: oggi siamo costantemente connessi. Chi ci scrive può facilmente capire se il suo messaggio è stato letto o meno. A questo punto, possiamo domandarci se siamo davvero liberi di scegliere se rispondere o meno. È anzi possibile che questa frenesia di risposta, questa velocità a cui siamo abituati, e a cui non possiamo sfuggire, possa generare qualche problema nei rapporti. Pensaci bene: quante volte ti sei arrabbiato perché un tuo amico ha tardato a rispondere? Oppure è sparito per diverse ore senza dare alcun segno di vita (ovvero senza scriverti alcun messaggio)?
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