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#3 Comunicare: Le fallacie argomentative

In questo articolo, dopo una breve panoramica sulla logica informale, delineerò alcune delle fallacie argomentative più ricorrenti nei dibattiti politici, scientifici e nelle interazioni quotidiane, corredandole da esempi tratti proprio da questi ambiti.

Comunicare significa spesso tentare di convincere: quando dibattiamo, quando litighiamo, quando ci confrontiamo con altri, proviamo in qualche modo a persuadere il nostro interlocutore della ragionevolezza della nostra posizione. Per fare ciò dobbiamo, in senso generale, argomentare: dobbiamo quindi produrre delle affermazioni a sostegno della nostra tesi che risultino accettabili dall'uditorio, rilevanti in relazione all'argomento e che siano supportate da qualche forma di evidenza. Tuttavia, molto spesso, questi requisiti non sono rispettati (talvolta intenzionalmente, talvolta per disattenzione): produciamo cioè argomenti fallaci, ovvero contenenti errori che violano le regole di un confronto argomentativo corretto.

In questo articolo, dopo una breve panoramica sulla logica informale, delineerò alcune delle fallacie argomentative più ricorrenti nei dibattiti politici, scientifici e nelle interazioni quotidiane, corredandole da esempi tratti proprio da questi ambiti.

La logica informale

La logica informale, branca della logica sviluppatasi negli ultimi decenni del Novecento, si occupa dell’analisi e dello sviluppo di criteri e procedure non formali nella costruzione e valutazione di argomenti nella pratica, in contesti d’uso come quelli della politica, della legge, della scienza, e più in generale, delle interazioni quotidiane. Adottando tale prospettiva, si fa comunque appello a strumenti logici (come la coerenza degli argomenti), ma si prende atto del fatto che in questi ambiti in cui entrano in gioco il coinvolgimento personale, l'emotività e gli interessi dei partecipanti, gli strumenti della logica formale non sono adeguati.

La logica informale ha dunque una natura pragmatica: il suo scopo non è valutare il tipo di ragionamento sotteso dall’argomento (come per esempio i legami inferenziali tra premesse e conclusioni), ma come il ragionamento è usato in determinati casi, per specifici scopi comunicativi e in specifici contesti di discorso. Ciò che conta per gli argomenti nella logica informale è scoprire come essi si costituiscono nei vari contesti in cui sono condotti. Il contesto argomentativo [QUI] è creato da individui, scopi, background di informazioni disponibili grazie al contesto di riferimento o ad altri ad esso afferenti. Dibattiti, discussioni critiche e indagini sono esempi di questi contesti.

Gli argomenti informali più noti possono essere raggruppati in due macroaree principali: l'appello alle emozioni e l'appello all'autorità secondo il suggerimento di Walton in “Informal Logic” (1989).

Appello alle emozioni

L'appello alle emozioni è spesso usato nelle controversie politiche in cui si sfruttano i sentimenti immediati e impulsivi dell’uditorio piuttosto che elaborare argomentazioni formali. A seconda di quali sentimenti vengono stimolati si possono generare diversi tipi di argomenti:

  • ad populum, nel caso in cui i sentimenti smossi si fondino sull'appartenenza a un'élite, un gruppo, una massa;
  • ad baculum, che coinvolge forza, minaccia, paura;
  • ad hominem, attacco personale che punta a evidenziare difetti dell'argomentatore piuttosto che dell'argomento;

Facciamo alcuni esempi per essere più chiari.

Argomento ad populum

L'argomento ad populum consiste nel tentativo di vincere il consenso dell'interlocutore facendo appello al sentimento popolare, agli entusiasmi o ai disprezzi della massa piuttosto che a evidenze o ragioni empiriche. La fallacia consiste nel fatto che i sentimenti che si hanno verso un certo evento, oggetto o persona non comportano la verità o la falsità degli enunciati che parlano intorno a quell’evento, oggetto o persona. Il vizio logico di questo argomento emerge dalla forma che l’inferenza prende:

(Dato che) Tutti/nessuno/un’elite credono che p

Dunque p è vero

Per esempio, un famoso slogan pubblicitario recita:

"Scavolini, la cucina più amata dagli italiani".

Ovvero: "Tutti/la maggior parte degli italiani credono che Scavolini sia la cucina migliore, quindi è la migliore"

Il fatto che il marchio risulti particolarmente amato dal popolo italiano sembra dunque implicare che sia un ottimo marchio. Ovviamente, i requisiti per determinare se una cucina sia ottimale non riguardano tanto quali persone decidano di acquistarla, ma piuttosto la qualità dei materiali, la resistenza al calore, le tecniche di costruzione...

O ancora, spostandoci dall'ambito della pubblicità a quello della politica, in una conferenza stampa dell'aprile 2021, nell’affrontare il tema della vaccinazione e il problema dei cosiddetti “salta fila” in Italia, Mario Draghi usa le seguenti parole:

Ma con che coscienza un giovane o comunque uno che non è compreso nelle prenotazioni salta la lista e si va a vaccinare? Questa è la prima domanda che uno si dovrebbe fare, prima di farla al governo e alle regioni, questa è la prima domanda… Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto al rischio una persona che ha più di 75 anni, un rischio concreto di morte oppure una persona fragile…”

L’appello esplicito al senso di coscienza dei cittadini in questo caso può rappresentare un esempio di argomento ad populum: l’argomento si concentra sul senso di coscienza e di conseguenza di responsabilità personale che tocca ogni individuo, sul senso di ingiustizia nel superare la fila per le vaccinazioni, ma non fornisce una spiegazione adeguata su come sia stato possibile che ciò avvenisse o su come siano state amministrate e organizzate le vaccinazioni.

Da sottolineare un punto fondamentale: praticare una condivisone emotiva con l’uditorio non produce necessariamente argomentazioni fallaci. L'emozione infatti può accompagnarsi all’argomentazione basata su ragioni ed evidenza senza creare effetti distorsivi. Un esempio fra tutti: il famoso discorso "I have a dream" di Martin Luther King risulta altamente emotivo grazie all'appello alla speranza verso un futuro migliore, senza tuttavia risultare distorsivo. Il punto fondamentale è che laddove l'emotività si sostituisce totalmente ad evidenza e ragioni si scade nel populismo.

Argomento ad baculum

[QUI] L'argomento ad baculum (o "al bastone"), consiste nell'appello alla forza o alla minaccia per spingere qualcuno a sottoscrivere la conclusione di un certo argomento. Risulta talvolta più esplicito e facilmente riconoscibile rispetto al precedente. In questo caso i sentimenti su cui si fa leva sono la paura e il timore.

Un esempio fra tanti può essere lo scambio di post sui social avvenuto nel 2019 tra il profilo di OpenArms_it e quello di Matteo Salvini su Facebook:

In questo caso, oltre a mancare il punto non fornendo un'argomentazione che controbatta sullo stesso piano della precedente circa la superiorità giuridica del diritto internazionale su quello dei singoli Stati, compare la minaccia del "Ci penseremo noi" che presagisce conseguenza spiacevoli nel caso in cui non si sottoscriva la posizione dello stesso.

Argomento ad hominem

Nell'argomento ad hominem, o argomento diretto all’uomo, si mettono in dubbio il carattere, l’onestà, l’integrità, le motivazioni dell’individuo in questione per sollevare corrispettivi dubbi sulla validità dell'opinione di cui si fa portatore. Il focus non è dunque l’argomento in quanto tale, ma si sferra un attacco all’argomentatore:

A: "Fumare è nocivo per la salute, non dovresti farlo!"

B: "Tutti sanno che tu sei un fumatore"

In questo caso la risposta di B non contro-argomenta circa l'impatto negativo del fumo sulla salute, ma tenta di screditare A sulla base di una sua caratteristica (l'essere un fumatore).

Un altro esempio di questa (non) argomentazione è rintracciabile nel tweet di Donald Trump in occasione della nomina di Greta Thunberg come persona dell'anno da parte del New York Times nel 2019 in cui, tranne attacchi diretti alla persona, non sono presenti argomentazioni valide circa i temi discussi dalla stessa in relazione alla crisi climatica:

"So ridiculous. Greta must work on her Anger Management problem, then go to a good old fashioned movie with a friend! Chill Greta, Chill!" (account Twitter di Donald Trump, 12 dicembre 2019)

Appello all'autorità

L'argomento dell'appello all'autorità, o argomento ad verecundiam, è usato da qualcuno per prevalere su altri usando l’opinione di una terza parte che possiede una certa reputazione all’interno dell’ambito in questione. Appellarsi all’autorità di un individuo, come argomento, può essere sviluppato nella forma seguente:

P1. A è (considerato) una autorità nel campo F

P2. A afferma x a proposito di F

C. X è vero

I problemi che sorgono da questo tipo di argomento sono due: da un lato il carattere induttivo dell'argomento richiede di dimostrare che l’individuo A possiede l’autorità attribuitagli, ma questa è una questione empirica, contestabile e controversa. Si pensi per esempio agli pseudo-medici emersi durante il Covid con terapie di cura alternative. Dall'altro lato, questo argomento nasconde una fallacia logica sottostante: la verità di una conclusione non può dipendere logicamente e necessariamente dall’identità di chi la asserisce. La conclusione di questo genere di argomenti infatti non è sempre falsa, ma chi la asserisce non è una condizione sufficiente per la sua verità.

L'appello all'autorità, in una prospettiva sociale, chiede quindi di verificare le "credenziali" della stessa autorità a cui fa riferimento in termini di competenze in uno specifico ambito di ricerca; chiede dunque una definizione di chi sia il cosiddetto "esperto". Uno scienziato, per esempio, è un esperto la cui autorità deriva dall’autorità della scienza a cui sottoscrive, la quale a sua volta deriva in parte dalla sua procedura di indagine dei fatti e in aggiunta dal contesto in cui la scienza indaga tali fatti. Appellarsi all’autorità è dunque complesso: questo atto non dovrebbe essere una delega per partito preso, ma fa parte di un contesto critico di attribuzione di conoscenza e di creazione di una sfera pubblica di condivisone dei risultati di ricerca.

Il presente articolo, partendo da una selezione dei (molto più numerosi) errori di ragionamento in cui è possibile incorrere durante un dibattito, ha cercato di illustrarne il carattere fallace e inadatto a rispondere ai requisiti di correttezza di un confronto informativo.

La presenza di questi errori di ragionamento nella quotidianità è pervasiva e multiforme: giornali, programmi televisivi, pubblicità sono tutti luoghi in cui è facile ritrovarne esempi ricorrenti. Imparare a scovarli e a esplicitarne i presupposti impliciti è utile a rendere il dialogo più trasparente sia per chi partecipa che per chi ascolta. Una volta imparato a riconoscerli d'altronde non si riesce più a "non vederli": come chi, una volta scoperta un'illusione ottica, non potrà più fare a meno di vedere una papera o un coniglio.

Bibliografia: