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Il mostro è lì fuori

A 90 anni dal primo avvistamento del mostro di Loch Ness, ancora la comunità scientifica non è riuscita a trovare prove dell'esistenza di una creatura che in tanti giurano di aver visto. Una cosa però è chiara: il mostro esiste, ma non vive nel lago.

Quando ho visitato il Lago di Loch Ness non potevo credere a quello che avevo davanti. Si estendeva fino all'orizzonte e il mio sguardo non riusciva a scorgerne la fine. Un' immensa distesa scura increspata qui e lì da piccole onde alzate dalla brezza. L'acqua torbida, di quel marrone tipico di quelle terre scozzesi, bloccava la luce anche a pochi centimetri dalla superficie. In un luogo così desolato, immenso e profondo, non era difficile immaginare che un qualcosa al di fuori dell'umana comprensione potesse annidarsi nelle profondità.

Il lago di Loch Ness si estende per 37 km ed è profondo oltre 200 m. Rappresenta il più grande volume di acqua della Grand Bretagna, ed è proprio qui che da circa un secolo si susseguono avvistamenti, o presunti tali, di quello che sarebbe un mostro acquatico dalla natura imprecisata che abita le acque del bacino, la cui fama e il cui nome (Nessie) sono ormai noti in tutto il mondo.

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I primi avvistamenti del mostro di Loch Ness risalgono agli anni '30. Nell'estate del 33 i coniugi Spicer vedono una creatura dall'aspetto di rettile attraversare la strada proprio davanti alla loro auto per poi tuffarsi nel lago stringendo tra le fauci una pecora.

In seguito a questa testimonianza, si moltiplicarono via via i racconti di chi diceva di aver visto serpenti marini solcare le acque del lago, creature preistoriche dimenarsi tra i flutti e strane ombre aggirarsi nei boschi vicini. La storia del mostro iniziò a diffondersi tra le pagine dei giornali locali e presto arrivarono anche foto che ritraevano, a dire degli autori, il mostro in carne e ossa. Queste erano però tutte sfocate, mosse, poco chiare, gli oggetti ritratti potevano benissimo essere serpenti marini, così come tronchi galleggianti o, come accadde, cani che facevano il bagno. La storia ormai si autoalimentava, attirando sempre più curiosi sulle sponde del lago, tra chi credeva davvero di aver visto qualcosa, accompagnato forse dalla suggestione o dal whisky locale, e chi invece falsificava volontariamente le foto per ottenere fama e denaro. Molte persone iniziarono poi a giurare di aver visto non un singolo mostro, ma un'intera famiglia di mostri acquatici che attraversava il lago. Per quanto numerose, tutti le descrizioni dei testimoni concordavono su una serie di elementi; il mostro doveva essere lungo almeno 5 metri, aveva un collo allungato e le fattezze di un grosso rettile.

La più famosa foto di Nessie, rivelatasi poi un falso (1934)

La leggenda del mostro di Loch Ness continuò a crescere e a diffondersi sempre più. Col passare degli anni sempre più film, libri e fumetti trassero ispirazione da quella che presto diventò la leggenda scozzese più nota al mondo. In novanta anni gli avvistamenti sono stati migliaia, e così anche le foto della creatura si sono moltiplicate (sempre tutte sfocate, mosse e poco chiare nonostante l'avanzare delle tecnologie).

Nel mentre una vera e propria economia basata sul mostro si è instaurata nei villaggi vicini. Pub, hotel, negozi di souvenir tutti a tema "Nessie", per non parlare dei tour in barca che accompagano i turisti speranzosi di avvistare la creatura, un giro di affari di 50 milioni di dollari annui. Tutto questo mistero circondato da un gran clamore ha nel tempo attirato anche scienziati e ricercatori con la voglia di scoprire definitivamente la verità su quest'essere, magari sperando nella copertina su Nature.

Tante le teorie sull'origine della creatura, ne riporto alcune: Un plesiosauro sopravvisuto dal Giurassico ad oggi; una foca gigante; un'anguilla colossale; il fantasma di un dinosaro. Negli ultimi trent'anni si sono susseguiti una moltitudine di studi nel tentativo di fornire nuove dettagli sulla questione: sondaggi col sonar, mappature del fondale lacustre, perlustrazioni con robot subacquei e analisi del DNA dei residui organici delle acque. Tuttavia nessuna di queste approfondite ricerche (per quanto possano essere approfondite le ricerche in un corpo d'acqua così vasto, profondo e oscuro) ha dato risultati concreti. Inoltre, stando alle analisi faunistiche, il lago non sarebbe sufficentemente ricco di pesci per sostentare un animale di grandi dimensioni (figuriamoci più esemplari), qualunque sia la sua natura. In definitiva non esistono prove scientifiche della presenza di "Nessie" nel lago.

Lo scorso agosto un team indipendente di ricerca, Loche Ness Exploration, ha avviato la più grande "caccia al mostro" degli ultimi cinquant'anni. Centinaia di persone, armate di binocoli, droni, telecamere a infrarossi e idrofoni hanno pattugliato per giorni le acque e le coste del lago nella speranza di scrivere un nuovo capitolo della storia. Questa ricerca, ampiamente ripresa anche dalle testate internazionali, sembra però non aver prodotto i risultati sperati. Salvo qualche rumore di natura incerta registrato dagli idrofoni, anche stavolta nessuna prova di un animale misterioso è stata raccolta.

Ma non importa.

Non importa quanto sono state accurate e approfondite le ricerche svolte fino a ora, né quelle che saranno effetuate in futuro. La creatura infatti c'è, ma non vive nel lago. Nessie forse non è nelle acque fangose, ma sicuramente è negli occhi delle persone che, ferme sulle riva del Ness, ne scrutano la superficie. È nelle voci dei turisti che si affannano per salire sulle barche che attraversano lo specchio d'acqua. È sulla lingua dei locali che giù al pub raccontano di quella volta che da ragazzi hanno visto delle spire di serpente nella bruma del mattino. Nessie è quel timido dubbio, sciocco forse, ma persistente, che si fa strada nella mente quando, lontano, sulla superificie dell'acqua, si vedono delle onde scure, un po' più strane e grandi delle altre. E ogni nuova ricerca si farà sempre e comunque sfuggire il mostro più inafferrabile del pianeta, poichè è una creatura straodinaria che avrà sempre capacità straodinarie, e nei racconti sarà sempre capace di fuggire, all'occorenza, in una grotta subaquea, di apparire invisibile agli infrarossi con la sua pelle irridescente o di sottrarsi ai curiosi tramite un canale sotteraneo che sfocia nel mare aperto.

La "questione del mostro", tra prove scientifiche e racconti dei locali, probabilmente non si risolverà mai, ed è giusto così. Forse un animale ignoto alla scienza in passato ha davvero abitato quelle acque, o forse è solo l'ennesima leggenda in una terra di leggende e il mostro nel lago non c'è mai stato; ma ora esiste e data la tendenza che spinge la mente umana verso il meraviglioso, è ormai impossibile rassegnarsi all' esiliare Nessie al solo mondo delle favole.