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La FOMO

Quante volte ci obblighiamo ad uscire per la paura di perderci qualcosa o di sentirci esclusi? Quante volte, se non usciamo, continuiamo a guardare i post su Instagram dei nostri amici per vedere se è successo qualcosa di imperdibile?

Come ci spiegano sul sito dell’Ospedale San Raffaele di Milano, la FOMO è “un fenomeno sociale correlato alla digitalizzazione della vita quotidiana. È l’acronimo inglese di Fear Of Missing Outpaura di essere esclusi, che corrisponde al timore di perdere o di non partecipare ad una esperienza piacevole e gratificante che coinvolge conoscenti o amici”.[1]

Mi ricordo ancora i primi mesi in cui sono arrivata a Bologna: eventi, concerti, associazioni, aperitivi, cene, feste, ogni ora e ogni giorno c’è qualcosa da fare. Ogni ora e ogni giorno sei convinto di dover fare qualcosa, per socializzare, per incontrare persone, per non sentirti solo e sopraffatto. Ogni giorno e ogni ora c’è qualcuno che mette una storia su Instagram mentre si diverte con gli amici, e tu? Perché non sei lì? Perché non ti stai divertendo? Perché non ti hanno invitato? Alla fine, non eri poi così stanco, potevi uscire, sicuramente domani ne parleranno tutti e tu non saprai cosa dire, perché te lo sei perso.

Quante volte saltiamo da un evento ad un altro? Perché quello sembra più divertente, perché c’è più gente, perché ci sono i compagni da cui vorremmo farci accettare. Quante volte vorremo stare a casa perché fa freddo o piove ma alla fine usciamo comunque perché ci vanno tutti, non posso essere l’unico a mancare. Ma cosa ci rimane di quelle serate dove rincorriamo l’imperdibile? Era veramente così imperdibile? Ne è valsa la pena? Siamo veramente soddisfatti? La storia Instagram perfetta è veramente così gratificante? 

Bologna è una città piena di gente e di cose fare ma alle volte ci sembra di essere esclusi e fuori dal giro di divertimento. Sembrano sempre tutti così felici, sicuramente più di noi. Sembra sempre che tutti si divertano, molto più di noi. Sembra che tutti siano circondati da persone, mentre noi siamo soli. Un po’ come quando non venivamo invitati ad una festa di compleanno alle elementari o quando i nostri compagni si incontravano per mangiare il gelato dopo scuola senza di noi.

Il problema è che ora vediamo, o pensiamo di vedere, le vite delle altre persone tutto il giorno, in qualsiasi momento, grazie ai social. Questo senso di angoscia e ansia ci percorre tutto il giorno, ogni attimo della nostra giornata. Quanta frustrazione e rabbia proviamo quando non siamo potuti uscire e vediamo tutti sui social divertirsi? Quanto rimuginiamo su un’uscita non fatta o su un evento perso?

La verità, alla fine, è che a tutti sembra che gli altri abbiano una vita migliore o che abbiano più amici, che escano di più. Osserviamo così tanto la vita degli altri da non riuscire a capire che, come facciamo noi, tutti pubblicano le cose più belle e felici che vivono. Questo, però, non significa che quello vediamo è veramente la realtà

Pensiamo a quante serate piene di amici e risate abbiamo avuto e a quanto poco abbiamo condiviso di queste. Pensiamo anche a quante persone vediamo riprendersi e fotografarsi sorridendo e facendo finta di passare una bella serata, per poi passare l’intera serata col cellulare in mano, senza divertirsi veramente. L’erba del vicino sembra sempre più verde, ma a volte non è così nella realtà.

Prendiamoci quella serata a casa se ne abbiamo bisogno. Rifiutiamo quell’uscita se siamo stanchi. Non ci stiamo perdendo niente di imperdibile. Ricordiamoci che, se noi vediamo la vita degli altri sempre più bella e interessante della nostra, molti magari vedono la nostra come migliore della loro. Ognuno di noi costruisce e pubblica sui social la miglior parte di se stesso e della propria vita. A volte, però, teniamo a mente che spesso i momenti migliori della nostra vita non sono quelli che pubblichiamo, ma quelli che viviamo così intensamente che ci dimentichiamo di condividere. Quei ricordi valgono più di mille storie su Instagram. Ci siamo persi un evento? Va bene lo stesso, ce ne saranno altri cento, e forse pure migliori.


[1] https://www.hsr.it/news/2023/gennaio/fomo-fear-of-missing-out