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Intervista ai fondatori di TLON: il 25 novembre

Maura Gancitano e Andrea Colamedici, fondatori di TLON (casa editrice e progetto di divulgazione culturale), hanno presentato il 24 novembre l'evento "Non ti voltare" e hanno rilasciato a Gaia Bertotti per noi di Melainsana questa breve intervista.

Intervista ai fondatori di TLON: il 25 novembre

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedica una casella del calendario alla sensibilizzazione sul drammatico problema della violenza di genere. Proprio in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, The Space Cinema Milano Odeon ieri ha aperto le sue porte a storie di violenza fisica, psicologica e digitale. A narrare alcuni episodi sono persone comuni e nomi noti, quali Cathy La Torre, Raissa & Momo, Maurizia Cacciatori ed Enrica Scielzo.
Maura Gancitano e Andrea Colamedici, fondatori di TLON (casa editrice e progetto di divulgazione culturale), presentano la serata e rilasciano questa breve intervista per Melainsana:

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Lo spettacolo, che ha avuto luogo sul palco del teatro Odeon di Milano, è ben sintetizzato nelle parole del titolo: Non ti voltare!. Questa esortazione è un rimando all'empatia, all'aiuto reciproco, allo sguardo per chi ci sta accanto, alla non indifferenza. Si può leggere il titolo anche come consiglio da madre a figlia in situazioni di pericolo: 'Scappa e non ti voltare!'. Come commentare la violenza sulle donne?

"Il punto − risponde Andrea Colamedici − è portare l'attenzione sul metterci il corpo. Oggi l'abbiamo visto: la maggior parte delle volte sono delle paturnie mentali che inducono a non intervenire. Il pensiero che sta dietro ai classici 'Tra moglie e marito non mettere il dito', 'Ciò che succede in quella casa non mi riguarda' va contrastato. Questo è un versante cruciale in cui, invece, bisogna mettere il corpo non solo a difesa, ma anche come strumento di rappresentanza e di narrazione. Il volto è la rappresentazione del mistero dell'altro, lo racconta bene Emmanuel Lévinas. Imparare a riconoscersi come altro per l'altro, e quindi voltarsi significa essere volto per l'altro. 'Non ti voltare' va inteso come un 'non farti i fatti tuoi, ma voltati verso il volto dell'altro'. Di fronte, invece, a certi tipi di molestie è valido il consiglio: 'Tira dritto e vai avanti, non ti voltare'. Non bisogna, quindi, cambiare l'atteggiamento della donna vittima di violenze, piuttosto bisogna cambiare la società. Bisogna guidare gli uomini a un'educazione sentimentale, che oggi manca. L'educazione può essere l'unico strumento per dire loro di non mettere nessuna nella condizione di dover accelerare il passo, di dover indossare scarpe basse per poter correre via da un pericolo, di non aver paura di tornar tardi la sera per il rischio di essere violentate. Ho vissuto a Trastevere a lungo, sono romano, e si registra il quinto caso di stupro in un anno di studentesse della John Cabot University. È davvero allucinante che si assista a dinamiche del genere. Oggi non solo non c'è la giusta sensibilizzazione, ma manca anche la giusta stigmatizzazione e la giusta educazione sentimentale."

Una ragione in più per cui lo sguardo all'altro è importante risiede nel fatto che l'altro possiamo essere noi stessi.

"Il segreto della testimonianza è all'interno dell'eccomi. Me voici,cioè io sono qui. Nell'eccomi non c'è un je, che precede il me dell'eccomi. Prima c'è l'ecco e poi ci sono io."

Oggi la donna può studiare, può viaggiare, può andare a ballare. Nell'antica Grecia alla donna non era permesso parlare pubblicamente ed era vincolata al focolare domestico. La libertà di parola e lo spazio pubblico sono quindi una conquista. Quest'anno una donna è arrivata per la prima volta in Italia ai vertici del governo. Tutto ciò non è scontato. Chiedo a Maura Gancitano cosa si possa fare ancora.

"Quello che si può fare è pensare alla maggior parte delle donne. Nancy Fraser[1] dice che il rischio quando si guarda solo il soffitto di cristallo è di non vedere cosa succede nelle donne normali, che molto spesso devono farsi carico del lavoro di cura magari di chi ha raggiunto posizioni apicali. In Italia viviamo sì in una situazione in cui grazie alla legge Golfo-Mosca le donne entrano nei consigli di amministrazione delle s.p.a. o, appunto, abbiamo donne che ricoprono incarichi politici mai raggiunti prima. Ma quello che i centri antiviolenza in realtà ci dicono è che una delle principali necessità delle donne è prendere la patente, aprire un conto corrente, avere un'indipendenza economica. È importante guardare dove le donne riescono ad arrivare, ma anche quali sono le piccole cose che un milione di donne che rimangono invisibili non riescono a fare. Credo che si debba agire in questo modo: cercare di essere il più capillare possibile e di aiutare le persone che sono svantaggiate soprattutto a livello economico, a livello geografico e a livello di istruzione. Vi sono donne che non si rendono conto di vivere in una situazione di violenza, tanto da cosiderarla normale. Chiunque abbia un qualunque tipo di potere dovrebbe cercare di indirizzare lì le risorse."


  1. Filosofa femminista statunitense. ↩︎

sempre25novembre2022
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