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"Stregherie": racconti di donne

Le streghe sono tornate? No, sono sempre state tra noi. Grazie al suo fascino irresistibile, la stregoneria continua, ancora nel 2024, a raccogliere amanti e cultori.

Nel territorio bolognese, è stata da poco inaugurata la nuova mostra “Stregherie” (17 febbraio-16 giugno 2024), presso il Palazzo Pallavicini, che accompagnerà i visitatori in un viaggio tra le epoche, dal passato al contemporaneo, tra raffigurazioni, incisioni, strumenti magici e storia.

Il curatore della mostra, Luca Scarlini, scrittore e drammaturgo, spiega che “Il racconto creato dalla mostra permette ai veri appassionati di temi di femminismo, di letteratura gotica, di metal rock, di film dell’orrore, di antropologia, come di folklore, o di realizzazione di domestici incantesimi, di avvicinare il percorso come macchina narrativa, seguendo le stanze che sono dedicate ai momenti più rilevanti della vicenda della strega e di sentire storie originali ispirate alle opere presentate nell’esposizione.” [1]

Il percorso è articolato in più sale. Le prime sono dedicate a sculture, quadri, stampe e raffigurazioni di streghe e del mondo dell’occulto, di alcuni tra i più grandi artisti del 1800, come Goya e Delacroix. È presente anche un gruppo di incisioni appartenenti al collezionista dell’occulto Guglielmo Invernizzi, raffiguranti scene di torture, malefici, sabba e stregonerie.

Proseguendo nel percorso, si giunge alla zona dedicata agli strumenti magici: una ricca esposizione di amuleti, pietre, bacchette, calderoni, molti dei quali ottenuti in prestito dal Museum of Witchcraft and Magic, di Boscastle, in Cornovaglia.

La mostra raccoglie anche alcuni tra i più antichi e preziosi trattati sulla stregoneria, come il celeberrimo Malleus Maleficarum e, nella sala che chiude l’esposizione[,] sono presenti le illustrazioni di Enrica Mannari, artista e autrice di libri sulla trasformazione e il cambiamento.

Malleus Maleficarum
Malleus Maleficarum.

La parte più interessante, però, a livello bolognese, è quella dedicata a Gentile Budrioli, “strega enormissima di Bologna”. [2]

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Ritratto di giovane donna di Charles Frederick Naegele (1857-1944), spesso usato come rappresentazione di Gentile Budrioli.

Gentile fu un’astrologa ed erborista vissuta nella seconda metà del XV secolo a Bologna, che aveva appreso le sue conoscenze astrologiche seguendo le lezioni di Scipione Manfredi da Mantova e quelle erboristiche da alcuni frati dell’ordine francescano. Si si affermò in poco tempo come guaritrice molto competente, tanto da guadagnarsi la fiducia e l’amicizia di Ginevra Sforza, che affidò alle sue cure la figlia. Tuttavia, dopo le ripetute guarigioni, Gentile venne accusata di stregoneria e di aver causato lei stessa le malattie che curava. Venne arrestata nel 1489 e processata dall’officum inquisitionis di Bologna. Il processo si concluse con l’unico epilogo possibile per qualsiasi donna accusata di stregoneria: il rogo.
Di Gentile si disse che adorasse il demonio, che di notte si recasse nei cimiteri a prelevare teschi e cadaveri e che creasse polveri di membra umane per far ammalare le persone a suo gusto e vantaggio.
Quello che non si disse, però, furono le invidie e le gelosie che Gentile suscitò per via del suo successo e della sua rapida scalata in società per il crimine di essere donna, intelligente e capace.
La mostra permette anche di vivere in prima persona, attraverso una creativa riproduzione, un processo alle streghe da parte di un Tribunale dell'Inquisizione nel 1539.
Alla fine del percorso, i visitatori avranno un'idea più realistica di quello che fu il triste destino di Gentile e quello di migliaia di altre donne come lei.


  1. Luca Scarlini, a proposito della mostra “Stregherie”. ↩︎

  2. Epiteto dell'epoca di Gentile Budrioli, ancora oggi utilizzato. ↩︎