La band torinese degli Eugenio in Via Di Gioia ha deciso di scrivere una lettera d'Amore alla Terra, sfruttando la propria musica per un argomento spesso ritenuto spinoso come quello della questione ambientale e trattandolo con la solita ironica leggerezza che li contraddistingue.
Quante canzoni d'amore conoscete? Probabilmente al solo pensarle sono troppe, toccano spesso gli stessi temi e vi riempiono le orecchie con promesse di eternità o struggimenti indicibili per un affetto perduto. Siamo dunque abituati a sentire uscire dalla radio in ogni momento frasi smielate come "resti l'unico orizzonte per un naufrago nel mare" o "sono pronto a cambiare per te", dando per scontato che si riferiscano a una relazione amorosa. La canzone da cui queste parole sono tratte, invece, è diversa: se le riconosciamo capiamo che quelle appena citate sono alcune delle strofe che compongono una dichiarazione d'amore rivolta alla Terra, una dichiarazione dunque di impegno. Questa presa di posizione è ancora più forte perché viene rivolta a una figura troppo spesso dimenticata, al contrario del tema amoroso, fin troppo spesso affrontato dai cantanti, ma poi di rado veramente messo in pratica.
La canzone in questione è "Terra", composta dalla band torinese degli Eugenio in Via Di Gioia e uscita come singolo il 6 aprile 2022. Aprile è il mese della Terra e la canzone si colloca perfettamente nel periodo considerato, in quanto portatrice di un messaggio ambientalista molto chiaro. La questione ambientale è un tema ricorrente nella musica della band e, per un gruppo che fa musica fondamentalmente pop, risulta un'eccezione che si distingue in un panorama musicale che raramente affronta l'argomento. Anche se cerchiamo di ignorarlo, il tempo scorre veloce e non mancano gli eventi catastrofici che ci ricordano ogni giorno la necessità che il rapporto tra noi esseri umani e la casa che abitiamo inverta immediatamente la sua rotta.
Gli Eugenio in Via Di Gioia sono un gruppo folk pop formatosi a Torino nel 2012. La band nasce suonando per strada, e nello stretto rapporto con il pubblico sviluppa un progetto musicale che pone come proprio centro il senso di comunità. Perché il messaggio delle canzoni possa andare oltre le parole e avere un effetto concreto sulla nostra vita, deve essere accompagnato da azioni vere e proprie. Fin dall'inizio, la band ha cercato di coinvolgere i suoi fan con varie iniziative: a settembre del 2019 ha aperto una campagna crowdfunding chiamata "Lettera al prossimo", dove il gruppo si è impegnato a ripiantare una foresta danneggiata dalla tempesta Vaia, forte tempesta mediterranea accaduta tra ottobre e novembre 2018; un altro gesto all'insegna dell'ecosostenibilità è stata poi la realizzazione del packaging del loro terzo album in studio "Natura Viva" in carta compostabile, decisione che si rinnova a ogni nuovo album.
Il videoclip della canzone "Terra" risulta l'esempio più eclatante del modo in cui gli Eugenio in Via Di Gioia hanno deciso di conciliare musica e attivismo: nel video seguiamo la band mentre cammina per le strade di Torino, suonando e cantando, e vediamo, intercalate, le riprese del flashmob che hanno organizzato in piazza San Carlo in occasione dell'uscita del singolo. La proposta ha coinvolto 150 fan che, rispondendo a un appello della band, si sono riuniti nella notte per realizzare sulla pavimentazione della piazza, insieme ai membri del gruppo, l'enorme scritta "Ti amo ancora", che cela sotto l'ultima "a" di "ancora", piccolissima rispetto al resto, la parola "terra". Il significato completo è quindi "Ti amo ancora, terra". La scritta "ti amo ancora" è visibile nella sua completezza solo dall'alto, come una di quelle dichiarazioni sdolcinate scritte sui graffiti delle gallerie; ma se si guarda attentamente mettendo da parte i pregiudizi, un po' come quando si decide di ascoltare accuratamente la canzone, si capisce di dover andare oltre il significato apparente, per vedere quello meno scontato.
Sui social il gruppo ha commentato così l'iniziativa: "...Ti amo ancora. Una dichiarazione d'amore sincera. Una presa di coscienza proattiva verso una Terra che va curata. Verso un mondo economico, sociale e ambientale che va rivoluzionato. La pioggia, domani, laverà la scritta in pochi minuti. L'aria irrespirabile della nostra città, il consumo disastroso del nostro pianeta, l'inconsistente progetto di futuro per le nuove generazioni resteranno lì, sotto gli occhi di tutti, come da sempre, invisibili. Tutto questo non è più possibile. Siamo stati noi a gridare: ti amo ancora".
La descrizione ripercorre perfettamente i punti chiave del messaggio ambientalista che la canzone contiene. Il testo di "Terra" si compone di una pars destruens, in cui vengono descritte le ferite che l'uomo ha inferto alla Terra nel corso degli anni, toccando temi come l'inquinamento e il riscaldamento globale. Il discorso, tuttavia, è strutturato attraverso delle metafore che ci fanno pensare si parli di una relazione finita male: "che cos'è successo tra noi? l'aria è irrespirabile ormai; stiamo bruciando e non è gelosia". L'ironia è un'altra delle armi predilette dalla band torinese, escamotage che fornisce ai loro testi quella leggerezza che è un "planare sulle cose dall'alto", permettendo ai testi di toccare i più svariati temi senza renderli oscuri. Lo strumento dell'ironia, infatti, mette in luce immediatamente e per tutti le criticità della società. Un esempio immediato del suo uso si riscontra nel verso della canzone "La Punta dell'Iceberg", tratta dall'album del 2017 "Tutti su per terra": "nel 2050 non esisteranno più le Maldive. Poco importa, andremo in Sardegna a festeggiare le vacanze estive". Il consumismo sfrenato, tipico delle società industrializzate come la nostra, è una delle cause principali dell'inquinamento che sta infettando il nostro pianeta, e gli Eugenio in Via Di Gioia ce lo sbattono in faccia con estrema facilità e apparente noncuranza.
Rimane sempre presente, nell'ispirazione che guida la stesura dei testi del gruppo, la consapevolezza che il pubblico rigetterà sempre qualcosa che si mostri in modo troppo complicato, quindi la prima accortezza che gli autori dimostrano è quella di alleggerire il discorso. Molto probabilmente un pensiero di questo tipo deriva dagli esordi della band nel canto per strada, nella consapevolezza che solo melodie semplici e conosciute possono attirare l'orecchio di un passante distratto e farlo fermare ad ascoltare. È infatti il ritornello di questa canzone, non a caso la parte di una canzone che rimane più impressa nella mente del pubblico, che ci propone la pars construens del testo: "pronto a cambiare per Terra, perché un posto più bello non c'era; pronto a tutto per riaverti per quanto sei bella". Il messaggio della lettera che il brano realizza appare alla fine quindi molto positivo, dopo il necessario appello iniziale alla gravità della situazione in cui ci troviamo e all'urgenza di intervenire. Vediamo, dunque, che il lessico utilizzato non ha lo scopo di spaventare il pubblico, al contrario di quanto troppo spesso accade nei discorsi dei divulgatori che affrontano la questione climatica.
Effettivamente sono numerosi gli errori nel modo in cui viene narrata la questione climatica, soprattutto è sbagliato il pensiero che sta alla base di alcuni discorsi secondo il quale per portare all'azione si debba fare leva sulla paura della gente, descrivendo scenari apocalittici. I testi delle canzoni degli Eugenio in Via Di Gioia non tralasciano le difficili conseguenze che porta l'indifferenza nei confronti della tematica, ma decidono di risvegliare qualcosa in noi, facendo leva su di un sentimento molto potente come l'amore, sentimento primordiale e comune a tutti, anche se purtroppo in misura differente. Di frequente accade che discorsi troppo catastrofici portino all'effetto contrario, cioè abbiano la conseguenza di accrescere il senso di impotenza che viviamo nel rapportarci con la situazione. Gli Eugenio in Via Di Gioia provano, attraverso l'ironia e un linguaggio immediato, a innescare una piccola rivoluzione e, perché avvenga una rivoluzione, ci vuole sempre un moto di amore, forza che qui diventa il veicolo per raggiungere una presa di coscienza.
Allo stesso modo in cui si chiede scusa a un amico o a un partner per un torto commesso, dobbiamo dire alla Terra "ti amo ancora", "ti apprezzo ancora" per farle capire che siamo disposti a impiegare tutto ciò che è in nostro potere per tornare ad avere ciò che c'era prima. L'uomo deve ricordarsi che anche lui fa parte del percorso della Natura, senza guardare la Terra come si guarda a qualcosa di estraneo, ma tornando a integrarsi, riscoprendo una connessione con il mondo che lo circonda, da troppo tempo perduta. E soprattutto, a furia di voler conquistare il mondo e rincorrere l'effimero, l'essere umano si deve rendere conto che, spingendosi troppo oltre i limiti, alla fine della sua avida corsa non troverà che un pugno di cenere di cui impadronirsi.
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