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Votare ancora per il domani

In occasione delle Elezioni Europee dell'8 e 9 giugno, vi proponiamo una riflessione, attraverso la pellicola della Cortellesi "C'è ancora domani", sull'importanza del voto, ricordando tutte le persone che si sono battute per il riconoscimento universale di questo diritto. Buon voto a tuttə!

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QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER!

Nel mese di giugno, Melainsana propone di riflettere sul tema dei diritti, in tutte le sue possibili declinazioni. Date le imminenti Elezioni Europee, che si svolgeranno l’8 e il 9 del mese corrente, si è ritenuto importante dedicare alcune considerazioni in merito al diritto di voto.

L’articolo 48 della Costituzione italiana stabilisce che “sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età” e che “il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”.
Com’è noto, in Italia non è sempre stato così: mentre nel 1893 la Nuova Zelanda si afferma come prima nazione al mondo a istituire il suffragio universale sia maschile che femminile, l'Italia riconosce nel 1912 il suffragio universale maschile, e solo nel 1946 apre il voto anche alle cittadine italiane in occasione del referendum del 2 e 3 giugno per scegliere fra monarchia e repubblica.

Proprio lo scorso autunno è uscito nei cinema italiani il primo film diretto da Paola Cortellesi, C’è ancora domani; un film che fa proprio del suffragio universale del 2 giugno (e 3, perché come ricorda ricorda la protagonista ‘c’è ancora domani!’) il suo tema cardine.
In particolare, circa a metà proiezione, si scopre che Delia (Paola Cortellesi) – moglie, vittima di abusi da parte del marito (Valerio Mastandrea) e madre di tre figli – si sta preparando per qualcosa di importante e che dovrà accadere in breve tempo. Il pubblico è istintivamente portato a pensare che Delia, stanca del marito violento che abusa del suo privilegio maschile, lascerà la sua famiglia per un altro uomo. Insomma una fuga d'amore per salvarsi da una vita di maltrattamenti e per concedersi una seconda possibilità.
Il finale del film, invece, racchiude tutt'altra verità: Delia non scapperà dal paese, non cercherà soluzione nuovamente in un uomo, poiché sa che è tempo che le donne agiscano per la propria libertà. Deciderà quindi di restare e di combattere esercitando per la prima volta un diritto che sarebbe dovuto appartenere alle donne da sempre: quello del voto.
Delia e tutte le altre donne che incontriamo durante la pellicola, di tutti i ceti sociali, si riuniranno ai seggi elettorali per essere parte di una scelta che cambierà le sorti dell’Italia.

Delia lo fa per la figlia Marcella, a cui spetterà il diritto (e il dovere) di far valere ciò che sua madre e le donne prima di lei hanno conquistato. Lo stesso fa Paola Cortellesi con il suo pubblico: “Volevo fare un film contemporaneo ambientato nel passato per confrontare ciò che è cambiato e ciò che è rimasto uguale. Forse ora, come donne, abbiamo alcuni diritti e tutele, ma ciò che non è cambiato nella società è questa mentalità che distorce l'amore e lo trasforma in possesso. Ecco perché abbiamo bisogno di una migliore educazione”.

L'8 e il 9 giugno i seggi saranno aperti per le Elezioni Europee (e per la Regione Piemonte). Forti dell'insegnamento di Delia (e cioè di tutte le persone che rappresenta), è nostro dovere esprimerci per il nostro futuro.
Buon voto!